Cartolina del Lupo, 16 febbraio 2011, dall’amarezza

febbraio 17, 2011 § Lascia un commento

Il Pil è basso.
I miei calzini sono bucati all’altezza del tallone.
L’Italia è un paese che non sa ribellarsi.
Mangio poco, soprattutto poco.
L’Italia, oggi, è un paese che piacerebbe molto a Goebbels.
Conosco la sofferenza. Ho amato e sofferto. Ho lavorato e sofferto. Ho perduto e sofferto.
L’Italia, questo paese, lo guardo da un ramo di ulivo, legno nodoso, vecchio 150 anni, poroso e saggio, un ramo di albero che io sento, almeno lui lo sento, e penso a quel barone rampante, ci penso, sì.
Ci sono momenti in cui scrivere è necessario, e momenti in cui tagliare i lacci che ci legano i piedi e ingoiare il fazzoletto che ti tappa la bocca, forse, sono cose che evadono dall’immagine dell’Italia vista dall’estero.

Premessa: ho paura dei nazionalismi, paura dei patriottismi. Ma questa cosa mi fa accapponare il Bocchino che parla di Consiglio dei Ministri.
Il Bocchino puzza di disperazione.
Ho paura del Bocchino.
La mia pelle è liscia, i miei pantaloni abbassati e flosci sulle piastrelle bordeaux del bagno di questa casa.

Infine, ti dico, oggi, ieri, in questo ultimo ventennio, mi sento esule in questa casa, esule in questa terra, esule su questi alberi.

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