Cartolina del Lupo, 25 maggio, un cesso una storia, una storia per un cesso, un cesso di storia o storia di un cesso?

giugno 1, 2011 § 1 Commento

Quando gli occhi ti prudono tu ti specchi e vedi pompelmi rosa incastonati tra carne e peli.
Nei bagni, le cose migliori capitano nei bagni. I bagni che è lecito chiamare cessi. I cessi dei locali.
Di notte l’odore del lysoform è scomparso, come se nessuno l’avesse mai usato per ripulire le pozze di urina diffuse da gente ubriaca.
I cessi dei locali sono belli quando hanno una sola lampadina che pende dal soffitto, belli senza maniglie, con i cordoni dello scarico invisibili, con le piastrelle come nonna le ha fatte, con le scritte scivolate sul muro con un uniposca, le scritte su mia madre, su tua madre, sulle mamme del mondo.


La gente ubriaca non fa altro che pensare alle mamme, in effetti.
I cessi dei locali sono quei luoghi in cui la gente si ripara dalla notte. Prima di uscire ancora, prima di dire cose di cui ti pentirai e prima ancora di immaginarle, il cesso ti protegge, il cesso è tuo amico, e tu glielo dimostri.
Così pensai, prima di trasformarmi in un cesso.
Qualcuno, lì fuori, stava bussando.

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