Riflessioni di un custode di condominio in attesa che passi qualcuno

Riflessioni di un custode di condominio in attesa che passi qualcuno

Lo spazio tra la testa e il cielo può essere intervallato da superfici di nome soffitti. Non perché come pensano i romani, ma perché gergalmente, in latino volgare, si diceva suffictus, cioè conficcato, a proposito di penetrazioni, e il soffitto è una penetrazione, in quanto superficie conficcata appunto tra la testa e il cielo.

Ci sono soffitti alti, bassi, medi, e soffitti pieghevoli, lavabili, estendibili, osservabili da vari gradi di angolatura, prolifici di decorazioni, minimali, bianchi, ma pure neri, e qualche volta lignei.

Ogni soffitto ha il suo carattere, ad es. un soffitto alto sollecita la solitudine e i suoi rumori, e un soffitto basso soffonde soffocamento e prurito alla gola, che schiocca, ma non rimbomba.

I soffitti hanno più carattere dei muri, delle pareti, delle finestre, perché non possono assolutamente voltare pagina. Sono gli stessi, a meno di perdite d’acqua, e comunque vanno guardati nei seguenti modi:

1) stesi sul letto con la testa a nord, pancia in su, piedi in posizione parallela, occhi fermi;

2) su un divano, stesi sul lato destro, la mano destra appoggiata alla guancia destra, puntare sull’angolo di congiuntura tra il muro portante e il suddetto soffitto;

3) sul pavimento, i piedi nudi tesi sulle mattonelle, o sul parquet, o sulla moquette, o comunque su qualcosa, e la testa sorretta da ambo le mani, giunte a mo’ di coppa;

4) su una sedia, la schiena leggermente elasticizzata in un arco verso lo schienale della sedia, la testa poggiata sul punto più alto dello schienale e retta da emtrambe le mani, e gli occhi puntati sul lampadario;

5) i soffitti possono avere o non avere lampadari. Farne un uso parsimonioso.