“Torbellamagica” – lo sguardo di una ciclista che pedala tra le rovine del presente

febbraio 26, 2011 § 2 commenti

Questa è la prima delle storie degli altri che pubblico su questo blog. Le storie degli altri sono le storie degli altri. Questa è di Elena Dobrilla.

 

 

Giro in bicicletta attraverso uno dei quartieri più brutti del mondo (ne sono quasi sicura): Tor Bella Monaca – “Torbellamagica” nel titolo di una mostra di fotografica  a lei dedicata.

Uscita dal cancello del consorzio che divide i buoni dai cattivi, lasciata ogni speranza, mi tuffo nel delirio della Casilina; passo sotto l’orrido cavalcavia, che in quel punto la sopraeleva, facendo attenzione a non finire sotto il 511, e imbocco via di Torbellamonaca, uno stradone a quattro corsie che cammina tra due muraglioni di cemento alti almeno tre metri completamente coperti dai coloratissimi e tristissimi disegni  dei “writers”: teschi enormi, “tag” indecifrabili scritti con grasse lettere indecifrabili, donne con tette esplosive, supereroi di ogni tipo, ragni mostruosi, neonati urlanti e “cannoni” giganti.

All’altezza del mercato di via Quaglia tento l’attraversamento in corsa,  operazione che equivale in quanto a botta di adrenalina al salto dal ponte con l’elastico, e imbocco il vialone che porta alla Circoscrizione: da un lato delle costruzioni basse che sembrano ville signorili ma a guardarle bene sono fatte di lamiera, alluminio anodizzato,  tufi a vista e rottweiler a guardia, dall’altro la Savana, erba secca alta un metro e mezzo aspetta pazientemente la cicca accesa che verso l’inizio di agosto la trasformerà in un rogo immane.

Alla fermata del 051 faccio in tempo a vedere, in ordine di apparizione:  una negra con tailleur rosso fuoco, piedi nudi e velo da sposa di tulle bianco che dalla testa  le scende fino alle caviglie, un uomo che spinge un passeggino con dentro un enorme sacco dell’immondizia nero e sopra due cani accovacciati, Charlize Theron a grandezza naturale seminuda e dorata vicino alla scritta “J’adore Dior”, due cinesi in zoccoli rosa, e sullo sfondo delle pecore.

Raggiungo l’incrocio della pasticceria dove talvolta compro una buona crostata di ricotta e cioccolato e proseguo passando attraverso il regno dell’eretico detto il “maletto” (contrazione di “maledetto”): vernice blu, corsivo incerto e ortografia personalissima (è tale il suo furore creativo che dimentica la metà delle sillabe), ogni muro, colonna, spartitraffico, lampione è coperto da invettive apocalittiche contro l’umanità corrotta, ovvero negri, froci, mignotte, suore, pedofili, grassone e benzinai e da ammonimenti sull’imminenza dell’unica soluzione possibile, cioè la fine del mondo.

Uscita indenne dalle sette piaghe d’Egitto attraverso in un lampo il Centro commerciale “Le Torri”, che deve il suo nome  a quattro parallelepipedi grigi (dodici piani di cemento e disperazione) che meriterebbero senza dubbio la fine delle più famose cugine “gemelle”, e prendo una bella rincorsa per  la salita ripidissima della  Circoscrizione (due marce buone da scalare) fino al secondo stradone, quello che divide la parte est di Torbella da quella ovest. Qui  posso scegliere: marciapiede (gincana tra buche, bottiglie di birra vuote, umani, raccolta differenziata, cordoli e barriere architettoniche di ogni tipo) o carreggiata (automobili che in questo tratto raggiungono i 150 Km orari e il temibile 20 EXPRESS).

E’ la dirittura di arrivo prima del traguardo,  la chiesa di Santa Maria Madre del Redentore, cattedrale nel deserto e unico vanto architettonico della zona la cui bruttezza estetica eguaglia solo quella del suo nome.

La bicicletta la porto direttamente dentro la stanza perché di lasciarla fuori neanche se ne parla.

Sembra strano anche a me, eppure questo viaggio quasi surreale attraverso il quartiere più brutto del mondo mi piace; nonostante tutto ha veramente qualcosa di magico.

 

 

Un viaggio di Elena Dobrilla

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§ 2 risposte a “Torbellamagica” – lo sguardo di una ciclista che pedala tra le rovine del presente

  • marcolupoaltezzaunoeottantascarpequarantacinque ha detto:

    Storie scritte da gente che non scrive per pubblicare, storie scritte senza malizia, senza la ricerca di un referente, storie ingenue e bellissime, descrizioni e scorci, estratti di diari, storie che mi piacciono.

  • laura ha detto:

    molto carina,semplice,fresca

commentum, i

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