Un acquario a colori

giugno 23, 2011 § Lascia un commento

A fine anno suo padre e sua madre annunciarono che si sarebbero separati.
Sua sorella smise di fare i compiti, lasciò il quaderno aperto sul tavolo, smise di masticare la piccola gomma rosa della matita e fissò a lungo il televisore spento.
Lui chiese al padre perché lasciava la madre e alla madre perché lasciava il padre.
È la vita, dissero entrambi.

A febbraio il vicino iniziò i lavori di ristrutturazione. Gli operai trascinavano lunghe scale macchiate di vernice facendo solchi nel giardino, mischiavano la malta, bevevano birre gelate durante l’ora di pranzo e parlavano lingue sconosciute. L’inverno era mite e i sempreverdi ancora verdi e il colore del sole come la chiara e i bambini dei vicini si travestivano con i costumi comprati nei negozi di costumi.

A marzo fece freddo. Un giorno sua madre annunciò che papà sarebbe tornato a casa, per una prova. Sua sorella non disse nulla, smise solo di fare i compiti, lasciò il quaderno aperto su una figura geometrica piana, prese una treccia tra le dita e fissò a lungo il televisore.

Il primo giorno di primavera piovve. Suo padre suonò il campanello. Si chiese dove fossero finite le chiavi di suo padre. Contò fino a dieci e aprì. Il padre entrò con una grande valigia rossa, diede un bacio a sua sorella, una pacca sulla spalla a lui e si diresse in camera da letto, dove lo aspettava la madre.
La sorella ricominciò a fare i compiti, mentre lui fissò a lungo il televisore.

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