Furti

gennaio 9, 2011 § Lascia un commento

Le erano saltate le orecchie.

Il primo giorno sentì un acuto, l’odore di un suono compatto e cronico.

Il secondo giorno sentì nulla. Non credeva alle sue orecchie.

Il terzo giorno le vide aggrappate ad un viso di uomo. Erano oziose, talmente stracche da non liberarsi dei suoi orecchini in madreperla. Protestò a lungo. L’uomo la prese per matta. Chiamò la polizia e la denunciò per aggressione molesta. Lei cercò di spiegare le sue ragioni, ma era come se nessuno potesse ascoltarla.

Si chiese, non sarò impazzita per davvero? Ma non udì la risposta.

Il quarto giorno le parve di sentire qualcosa. Sì, era quasi sicura, qualcuno aveva bussato. Aprì la porta e pensò, sto impazzendo per davvero. Chiuse la porta e tornò a guardare la televisione. Si accorse di vederla per la prima volta. Fu uno shock, quasi peggiore alla fuga delle sue orecchie. Mentre cercava di focalizzare i visi di un quiz, le orecchie le saltarono al collo. Anche questo fu uno shock, non peggiore della loro fuga, ma inferiore alla scoperta dell’immagine.

Le orecchie lottarono come ossesse, cercando di infilarsi nei loro buchi originari, quelli per cui erano state create. Ma le faceva schifo sentirsele sbattere addosso, e in fondo, pensò, non era male averle perse. Le orecchie, però, riuscirono nel loro intento.

Allora andò di fronte allo specchio, sentendo per la prima volta da quattro giorni il suo respiro e il suono dei suoi passi. Girò la testa più volte, per ammirarsi di profilo. Si chiese se non fossero superflue quelle conchiglie di pelle e cartilagine. Poi s’accorse degli orecchini. Non c’erano più.

Una voce nuova le disse, li ha presi l’uomo, li ha presi l’uomo.

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