Cartolina del Lupo, 5 gennaio, Heidelberg, Germania

gennaio 19, 2011 § Lascia un commento

Quando uno pensa che i tedeschi siano tutti kartoffeln, nazi, wurstel, Rammstein e Oktoberfest bisognerebbe infilarlo di forza in un treno rapido con le poltroncine reclinabili e il filo spinato intorno alle mani, oppure ci vorrebbe un areo dalla linea snella e teutonica, popolato da hostess dalle lunghe trecce bionde, con nomi tipo Johanna, Frederika, Ursula, Baerbel, nomi così, e poi fargli vedere le verdi valli e i boschi di querce e i castelli delle verdi valli con le verdi querce e i falchi addestrati per salutare i turisti dagli oblò degli aerei. Ci vorrebbe qualcosa del genere.

Heidelberg, per esempio. Una città che è una poesia. Io ci sono nato. E ci torno ogni volta che mi viene voglia di suicidarmi. Heidelberg è perfetta per cancellare quel pensiero lì. E’ perfetta perché il castello è in pietra rossa e perché di notte la nebbia del fiume nasconde gli ubriachi e asseta gli assetati. E’ perfetta perché c’è una prigione, laggiù, dove gli studenti possono trovare tracce di altri studenti, incarcerati per una notte per un sorso di troppo, più o meno seicento anni fa. E’ perfetta perché i filosofi l’hanno battezzata e gli scrittori l’hanno amata. Poi, ovviamente, è perfetta anche perché io ci sono nato, e perché ieri ho deciso di dormirci. Se vi viene voglia di andarci, fatemi un fischio.

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