270 gradi al forno

aprile 22, 2011 § 3 commenti

Stai preparando un antipasto misto:
ricicli pachino da una pila di tramezzini, riempi il fondo del piatto di foglie di lattuga, prendi una manciata di olive, spieghi quattro fette di crudo, dure e incartapecorite; la manopola della temperatura del forno segna i 270.
Sudi, e t’asciughi col dorso della mano. Non hai guanti, perché sono finiti. La lavastoviglie ha smesso di sterilizzare una ventina di piatti piani. Li sistemi nelle mensole metalliche, due sono in basso, alla tua destra, la terza è in alto, alla tua sinistra.
La radio trasmette un pezzo dei Police. Ogni tanto camerieri e cameriere entrano nel tuo regno, svuotano i resti nel contenitore dell’organico. Hai appena ricevuto una comanda: 3 porzioni di patatine fritte, due hamburgher, una pizza quattro formaggi.

Riempi un vassoio di patatine, le scongeli al microonde per due minuti. Poi le versi in una teglia e le fai indorare nel forno, a 270 gradi. Scegli una pizza dal freezer, ci spalmi una base di mozzarella, tagli quattro cinque cubi di gorgonzola gelato e li schiacci sul bianco del latticino.
Infili la pizza quattro formaggi nel forno, a 270 gradi, e controlli lo stato delle patatine.
T’asciughi di nuovo il sudore con il dorso della mano. Guardi il lavabo, l’acqua marrone che stagna e le bolle d’olio in superficie. Passi la spugna su una decina di piatti e li riponi nel raccoglitore, nella lavastoviglie. Il rumore del lavaggio, la radio, i 270 gradi, l’odore del gorgonzola che si squaglia.

Metti nel microonde due hamburger, tagli due panini e li fai riscaldare nel forno. Riprendi i due panini, ci metti da un lato due fette di pomodoro e dall’altro qualche foglia di lattuga. Ti scotti le mani con i piatti riscaldati dalle microonde. Versi gli hamburger sulla parte con la lattuga. Apri il forno, controlli le patate, ti sembrano ben cotte, metti la teglia sul piano d’appoggio vicino al forno, alla tua destra. Riempi la metà del piatto di patatine salate. Gli hamburger sono pronti.

Controlli la pizza quattro formaggi, la giri, perché ci sono sempre dei punti più esposti al calore. Una cameriera entra, prende i due hamburger e infila una dose di ketchup e una di maionese sotto il panino. Esce. Controlli di nuovo la pizza. Prepari un recipiente con del formaggio grattugiato. La pizza è cotta. Spargi la polvere bianca sulle macchie verdi del gorgonzola. Ti dà una certa soddisfazione. Prepari tre piatti fondi, li ricopri con dei tovaglioli. Tre manciate abbondanti di patate ed è finita. Entra un cameriere, guarda le patatine e la pizza. Si infila tre o quattro patatine in bocca. Si lamenta. Dici sempre di stare attenti con le patatine, che quelle scottano. Il cameriere si riprende e porta fuori le tre patate. Subito dopo entra l’altra cameriera, che ti fa i complimenti per la pizza. Esce con la tua pizza dorata, fumante.

Fra dieci minuti stacchi, che finisce il turno del giorno. Ma il vecchio t’ha fatto sapere che lo devi aspettare. T’ha fatto dire che è una cosa importante. Tu sai che quando il vecchio dice che è importante lo è. Quindi giri il rotolone di carta assorbente intorno al braccio e lo lasci cadere per terra. Premi la scarpa sulla carta e frizioni le mattonelle gialle. Macchie nere, gocce d’olio, semi di pomodoro. Sciacqui lo straccio e lo passi sulle superfici metalliche. Asciughi gli aloni con la carta assorbente. Spegni la radio.
Improvvisamente ti ricordi dell’antipasto misto. L’hai abbandonato appena hai ricevuto la comanda. Lo cerchi. Cerchi sul piano alla destra del forno, sul piano centrale, sulla mensola alta del piano centrale, sul piano laterale, dietro all’affettatrice, sulla macchina del ghiaccio, nel frigo delle insalate, nel frigo dei latticini. Niente. Non riesci a trovarlo. Probabilmente l’avrà preso qualcuno. Per sbaglio. I camerieri prendono tutto il possibile. Qualunque cosa abbia l’aspetto d’essere terminata. Guardi l’orologio. Mancano un paio di minuti al prossimo turno. T’asciughi il sudore con la carta assorbente. Ma non riesci a ricordare.

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